Giorno Pagano Europeo della Memoria

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LA RELIGIONE PAGANA DI LITUANIA

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La religione precristiana lituana appartiene al grande gruppo delle religioni indoeuropee baltiche, comprendenti anche il paganesimo lettone, con il quale le affinità sono evidenti fin dai nomi attribuiti alle divinità, e quello prussiano, di cui si sono perse le tracce, come per la lingua prussiana antica, all’arrivo dei Cavalieri Teutoni nel tardo medioevo. La religione lituana, come quella lettone, non si è mai spenta del tutto nonostante la conversione; i pagani lituani moderni sono concordi nell’affermare che il cristianesimo all’interno della loro società abbia costituito solo uno strato superficiale. Spesso però nelle descrizioni che ci pervengono di tali religioni è molto forte l’influenza che deriva dal punto di vista dell’osservatore cristiano: l’incompatibilità della visione del mondo pagana e cristiana può perciò portare a fraintendimenti.

Ad esempio, si usa dire che la divinità principale del paganesimo lituano fosse Dievas, definito “Essere supremo del cielo” nei testi di storia delle religioni. Questa definizione, tratta probabilmente dalle deduzioni dei cronisti cristiani dell’epoca, è estranea al paganesimo lituano: Dievas, il cui nome deriva dalla stessa radice indoeuropea dyaus, da cui derivano anche i nomi di Zeus e Giove, è la divinità del cielo diurno, che interagisce con un’altra divinità, Velinas, dio del cielo notturno. L’interazione non implica una dinamica di bene-male anche se fu così interpretata dal cristianesimo avanzante, che volle identificare uno con il proprio dio e il secondo con il diavolo. Dievas e Velinas rappresentano piuttosto forze opposte che si bilanciano in un equilibrio dinamico fino all’armonia: il concetto di armonia, in lituano darna, è fondamentale per la religione baltica, ed è molto vicino alla filosofia eraclitea. Immagini di Velinas si trovavano abitualmente nelle case e continuarono ad esservi anche dopo che il dio fu definitivamente identificato con il diavolo. Un altro dio che rivestiva e riveste tutt’ora nella rinascita del paganesimo lituano un ruolo fondamentale è Perkunas: a Perkunas erano consacrati le querce e un fuoco sacro perenne che ardeva nei boschi, alimentato dal sacerdote, il krivis. Perkunas era tuono e tempesta; era legato anche alla guerra e riceveva il culto di nobili e soldati. Ma come dio giovane era allo stesso tempo legato alla fecondità, forse per il legame fra tuono e pioggia che bagna e feconda la terra.

Immagine antica di Perkunas

La terra, Zemyna, era altrettanto importante: ogni sera le era dedicata una litania che terminava con un bacio alla terra. Zemyna era considerata figlia del sole, Saule, e della luna, Menules. Contrariamente a quanto generalmente accade in Europa meridionale, i Lituani percepivano il sole come femminile, e la luna come maschile; nel nome Menules si ritrova la radice men- che indica la misurazione del tempo, ma non sappiamo se i Lituani osservassero un calendario lunare, solare o lunisolare. Zemyna era chiaramente la terra nella sua caratteristica di madre, ovvero la terra fertile; il fatto che fosse considerata figlia del sole e della luna sottolinea tale caratteristica, come a dire che la fertilità della terra richiede tempo (la luna) e l’energia del sole.

Cimoyok, citato in alcune fonti tedesche, era invece un dio dei campi, il cui simulacro, ricavato da pezzi dello stesso tronco legati assieme, era posto vicino ai cespugli più vecchi del campo. Se a Perkunas era dedicato il fuoco sacro acceso nei boschi, la divinità del fuoco era la dea Gabija, mentre il dio Dimstipatis, il cui nome significa “signore della fattoria”, custodiva il focolare domestico e riceveva in sacrificio pollame.

Un simulacro raffigurante Cimoyok

Altre offerte erano presentate alla dea Zverine, che mostra parecchia somiglianze con la dea greca Artemide: anche Zverine era legata ai cani, di cui era protettrice, perciò era forse una divinità cacciatrice, ma le si chiedeva anche la fecondità, come ad Artemide si attribuiva un legame con i buoni parti. Alla caccia doveva essere legata anche Medeine, dea delle lepri del bosco.

Manuela Simeoni

Immagine moderna di Perkunas

 

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